Stanotte così

stanotte cosiE’ notte piena. Stiamo dormendo. Quando d’un tratto apro gli occhi e mi trovo Pulce settenne in piedi che mi fissa con occhi sgranati. Per poco non faccio un salto di due metri.
“Pulce! Che ci fai qui in piedi?”
“…”
“Tutto bene?”
“Posso entrare da voi?”
“Patatina di papà certo, ma mica devi chiedere il permesso”
“Ho fatto un sogno cattivo”
“piccoletta, vieni qui che papà di consola
Che tenera penso. Pulce si infila dentro e con le gambe si fa spazio.
Me la stringo un poco ma qualche secondo mi toglie il braccio come infastidita.
E va bene.
Con il ginocchio poi mi spinge un poco di lato.
E va bene, mi sposto un poco.
A quel punto mi mette un gomito sulla testa. E glielo tolgo.
Lei però me lo rimette e Io glielo ritolgo. Lo mette e lo tolgo. Una molla. Alla fine ha la meglio lei.
Col gomito in faccia e il ginocchio sulla milza provo a dormire.
Ma dopo soli dieci minuti non ce la faccio più. Il dolore al fianco è insopportabile.
Provo a spostarla ma si lamenta.
“Papaà daiii”
“Pulce però così non entroo”
“Papààà daiiii”
“Dai” è il suo motto preferito.
Posso mettermi a discutere di notte?
Per un’altra mezzora provo a resistere, ma poi inizio a pensare di non pensare al dolore sul fianco, con l’effetto di pensare esattamente al dolore sul fianco.
Alla fine cedo, mi alzo e vado a dormire nel letto di Pulce, ma dentro trovo due bambolotti, tre cuscini e tutte le lenzuola saltate in aria.
Mi rimetto a fare il letto, tolgo i cuscini di troppo, ripulisco il letto da briciole e giocattoli vari e provo a dormire. Ma ormai è tardi. Cioè è presto, ma è tardi per dormire.
Tanto vale alzarsi e fare colazione. Alle cinque.
Forse lì troverò pace.
E invece no. Orso, il nostro amato cagnolino, mi sente e mi raggiunge in salotto.
Vuole giocare, uscire, saltare.
Lui. Lo coccolo e ci gioco un poco, poi forse appagato si addormenta sotto le mie gambe. Lui.
Io no.
E per stanotte è andata così.
Confidiamo in domani, cioè per oggi.
p.s stanotte crollo dopo il tg