L’infanzia è definitivamente la nuova adolescenza ai tempi del corona virus.

Ecco come impazzisco ogni pomeriggio per far fare i compiti ai miei figli. Mi collego al sito della scuola.

Papà perché piangi?
Pulce seienne mi guarda spaventata e dopo qualche secondo inizia a piangere anche lei.
Ma no amore mio, non devi piangere.

I nonni di oggi.
Gagliardi ma acciaccati, moderni ed antichi.
Con tutti quei ricordi appiccicati addosso.
Di famiglie con sei fratelli, venti cugini, trentasei nipoti.
Con le loro speranze

“Ti avverto, se continui di do uno schiaffo” dice Sgnappo quasi novenne in una discussione con la sorella Pulce di quasi sei anni.

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Mamma quando si litiga ma soprattutto quando si fa pace. Mamma è una. A volte due.

Me lo prometti? Promesso. Promesso? Sì, promesso. E così è. Faccio promesse. Vendo illusioni.

Sono le 3.45 di notte. Quando Pulce cinquenne lancia un urlo assurdo. Apro di scatto gli occhi tipo notte dei morti viventi.

Ieri ho attaccato un bel pippone a mio figlio ottenne sul primo maggio.
Mi ha chiesto perché si festeggia e allora ho pensato allora di spiegarglielo e alla fine

Nei primi cinque o sei anni di genitorialità c’è un gioco al quale è impossibile sottrarsi.

“L’affetto vero, leale, incondizionato, è un gran tesoro; è il più grande che esista”. Lo diceva un grande politico e scrittore italiano. Massimo D’Azeglio.

Cosa hanno di così irresistibile i pulsanti dell’ascensore?
Spiegatemelo, perché io, ancora adesso, stento a capirlo.